10 settembre 2015

Aggrappati al cielo 1


Nella lettura ho viaggiato, non solo fino ad altri mondi ma anche nella mia stessa anima.
Alle  idi di marzo, così come Cesare si avviò consapevole del pericolo, incredulo ma fiero in cerca della sua personale verifica, anch'io ho ricevuto sillabe la cui lettura, come lame, penetra l'animo per morirci dentro.
Sono sillabe delicate che ricordano quel libro, quello che ti insegna a leggere, e, conoscerne le lettere non vuol dire capire, come conoscere le note di un pentagramma non vuol dire saper leggere la musica.
"Dovrei tenere per me la vita mia
 che ho posato su carta come facevo tantissimi anni fa:
 chiusa nel segreto dei miei ricordi, non condivisa con nessuno nè santo nè puttana, nè colto nè ignorante.
Solo per me o per un altro da me.
Sinceramente?
 Non so che fare, che io pur desiderando in modo spasmodico la condivisione con te riesca solo a farti male e allontanarti  mi uccide. 
Vorrei lasciare un segno, qualcosa che mi ricordi in modo pulito solo questo;
 ho tante cose dentro, tante immagini, tanti sogni...pensavo che giocarci, colorarli,vestirli in modo diverso non mi avrebbe alienato la stima degli altri, al massimo mi avrebbe regalato una sublime indifferenza."

Le idi di marzo, una coincidenza? sono pervenute queste parole, e ho capito da quel giorno il vero significato di "aggrappato al cielo", parole semplici accompagnavano il file  "Ho pescato su uno dei miei fogli Word la prima stesura di un lungo articolo che si chiamava"aggrappato al cielo", risale a circa  18 anni fa, lo pubblicai, poi lo frammentai, poi lo riunii, è qui. Solo a te posso inviarlo."

Una stanza segreta, vi si passa davanti guardando sempre altrove:
 è una storia iniziata molto tempo prima dell’apertura di questo blog.
 Dentro c'è il simulacro dell’illusione
 di poter condividere
 ma anche la definitiva sconfitta
 di un sogno leggero e invidiabile.
 Così scrivere, lasciare segni sul vuoto o illudersi di farlo diventa un legame profondo,
 irrinunciabile, uno scrivere e pensare da lontano con una vicinanza intellettuale rara. Di me è rimasta soltanto
 una sospensione che pare senza fine. Quarant'anni passati a scarabocchiare ovunque, a sprazzi, a volte di corsa
 con una foga febbrile,
 come se non ci fosse più tempo per nulla. Oppure con lentezza esasperante,
 oppresso e confuso da una pletora d'emozioni altrimenti inesprimibili.
Perchè lo faccio?
 Per chi lo faccio?
 Io non sono sicuro
 di conoscere le risposte esatte,
 ma sento che scrivere mi allevia,
 in parte, la malinconia di vivere,
 rende buona o più accettabile la rabbia segreta
 che mi stringe da molti anni lo stomaco.
 In realtà ciò che scrivo nasce quasi interamente da un processo d'autostima, l'unico che mi sono concesso in tutta la mia vita ed è un caso talmente raro che non intendo sopprimerlo alla nascita.
Ma trent’anni sono tanti,
 troppi e troppo vari i luoghi e le lusinghe
 con cui essi mi hanno incantato;
 eppure se ci fosse anche un solo momento
 di consapevolezza,
 un solo alito di vento
 in cui cogliere la fragranza della vita…scrivere sarebbe servito a qualcosa.
 Parlo di me, dell'unica cosa di cui so parlare con onestà, degli occhi che ha incontrato e del tempo trascorso a scrutare gli indizi della verità
 accampata dentro ognuno di noi;
 parlo della realtà e dei sogni che da essa nascono per farci vivere un altro mondo e altri sogni ancora.
Ci sono strappi evidenti
 nel lungo racconto che sto passando sul blog; capisco che al di là delle sensazioni
 che può dare la storia
 qualcuno potrebbe sentirsi più a proprio agio se non ci fossero salti
temporali così evidenti.
 Ma nella mia vita il passato spesso è tornato alla ribalta come presente sotto mentite spoglie,
 non è poi così semplice e scontato
 dire dove e quando:
 non per le emozioni e i sentimenti.
 Ma in fondo che importanza può avere? Certe emozioni sono assolutamente senza tempo: ingabbiarle dentro gli anni è spesso un'operazione stupida e crudele.
 Spero che i miei figli, a tempo debito, lo comprendano. E' la sola cosa che posso lasciare loro in eredità.
A Palermo ci sono nato,
 in Italia ho vissuto e girato,
 tra Milano, Genova e Roma;
 nell'isola sono sempre passato come ogni emigrante che si rispetti
 e le mie estati di ragazzo profumarono di sale e gelsomini,
 di mare e assolati latifondi.
 La storia che racconto sono io,
 tornato a metà degli anni 70 a Palermo definitivamente, crocefisso da un amore infinito nella terra dei miei avi (Trapani), fuggito poi alle falde dell'Etna per incapacità ad accettare un verdetto, schiaffeggiato da un altro amore
 nella città di Archimede...
invecchiato ad inseguire un sogno
 che non ha tempo.
 Il racconto termina circa 5 anni fa e l'ho scritto in due settimane, fra gennaio e febbraio del 2007; fra l'inizio e la fine ci sono molte possibili uscite, molti altri pezzi di vita e molti visi con accenti diversi; per tutti un tempo indefinito.

Leggendo ci si rende conto che la normalità diventa eccezionale quando trascende il tempo e diviene ad un sentire finito in noi tutti.

Aggrappati al cielo 2

Con il passare del tempo ci accorgiamo che le persone e le cose importanti della nostra vita sono quelle a cui siamo rimasti fedeli, non nel senso classico del termine ma fedeli nel non tradire la loro immagine, anche se ci hanno giocato.
Alle idi di marzo hai consegnato una storia di amore destinata a cambiare il senso di una esistenza. Storia comune a molti giovani, ma l'analisi ed il suo sentire fanno di questa strana fedeltà una sfida alle convenzioni per diventare, nell'esasperata ricerca di conferme, una scelta di vita trasgressiva, rischiosa, anticonformista, ma di grande eleganza interiore.
Una vita carica di tensione e di speranza, idealista,e ripercorrendo l'inizio della  tua avventura umana sul filo della memoria, riesci a donare un nuovo significato all'amicizia, all'amore, alla passione politica.

Non avevo la certezza di volere
 la verità a qualunque costo,
 una di quelle belle verità che
 ti accolgono in un'inevitabile abbraccio.
 Ma era accaduto.
Potevo giustificarmi con l'enormità del fatto:
l'amavo, anzi l'avevo amata moltissimo. Inutile negare, sciocco girarci attorno.
 Era questa la verità pura e semplice.
Ora mi restava soltanto lo sterile esercizio di crogiolarmi nella rassegna dei fatti:
 cosa eravamo noi?
 Chi eravamo stati?
 Dieci anni prima eravamo due bambini
 che talvolta s'incontravano:
 troppo piccoli e lontani,
 uno a Milano l'altra a Trapani:
 due ragazzini ai capilinea dell'Italia e della vita.
 Che potevamo mai raccontarci di tanto impegnativo da riannodare ogni volta i fili? Nulla, credo, quasi nulla.
 Ma le risate risuonavano, quelle di lei soprattutto, tante e naturali;
 argentine come piccole cascate destinate ad estinguersi ai primi calori.
 Solo risate e piccoli segreti,
 da pronunciare sottovoce,
 con la mano davanti alla bocca.
 Confidenze ormai dimenticate per sempre.
 Questo eravamo... durante una lunghissima
 e immobile estate, adesso lo rivedevo quel gesto:
 staccato da tutto, particolare.
 Lei non poteva essere così spesso
 stanca da posare la testa sulla mia spalla. Gli adolescenti possiedono la forza di scordarsi di se stessi a volte,
 è un meccanismo d'autodifesa
 per sopravvivere all'eccessivo
 profumo della vita
 e percorrere ogni sentiero
 senza sceglierne nessuno.
 Unici testimoni del momento
 furono quindi la spiaggia dorata
 sotto l'acropoli di Selinunte
 e i nostri quindici anni.
Eravamo ad un passo dal Paradiso e ci scherzavamo sopra.
 Durante quell'estate accadde spesso, gli amici e i parenti non videro,
 non capirono…non capimmo nemmeno noi.
 Il sole di quella stagione del '66 fu così implacabile da bruciare in fretta ogni idea, ogni proposito.
 Ci alzammo presto dall'arenile e ce n'andammo, ognuno per la propria strada: volammo via come pagliuzze mosse dal vento di scirocco.
"Qui inizia la malia irresistibile dei luoghi in cui si cresce, magici per noi isolani."

Ma adesso vedevo tutto con chiarezza:
 le stagioni che trascorrevano uguali,
 le estati seguenti che
 si erano consumate distrattamente. Un'occasione sospesa: quattro anni prima
 ero abbastanza giovane da avere dentro il grande vuoto da riempire in fretta di sogni verosimili; il vuoto adesso mi stava inghiottendo nuovamente!
 Dimenticare, dimenticare, l'unica parola d'ordine valida; impossibile eseguire l'ordine capitano riesco solo a ricordare...
La tarda estate del '73 a Palermo mi riservava una sorpresa dietro l'altra.
 La più grande riguardava la luce,
 un fenomeno banale che, invece, da queste parti aveva una personalità
 decisa che mutava il carattere
 e il significato delle cose.
 Questo era fondamentalmente il motivo per il quale uscivo quasi ogni sera prima del tramonto.
 Volevo godermi il trascolorare della luce
 sulle case, le vie, le piazze.
 Volevo imprimere nella mente il colore del cielo dietro gli alberi di Viale Libertà un minuto prima dell'ultimo guizzo di sole, salutato e accompagnato dal cinguettio impazzito di migliaia d'uccelli che si preparavano alla loro precoce notte.

Quando arrivò il primo Natale siciliano
 con i suoi diciotto gradi a mezzogiorno
 e il sole caldo sul mare azzurro di Mondello,
 pensai ad uno scherzo bizzarro del calendario e cominciai a capire che c'erano ancora
 moltissime cose da regolare
 sul nuovo fuso orario della mia vita.
 Pensai solo a questo e non potevo
 immaginare il cataclisma in agguato
 in una luminosa mattina d'Aprile
 in una strada di un piccolo paese bianco
 alle porte di Trapani.
 Io non sapevo, mi sono interrogato 
mille volte, la risposta è sempre la stessa: io non sapevo,
 non avevo considerato i segni
 che pian piano negli anni s'erano coagulati. Avrei dovuto invece,
 potevo vedermi che ero maturo,
 pronto a cadere nell'unica direzione preparata per me dalla vita.
 Selinunte, la spiaggia, i piccoli segreti, le confidenze, la sua testa poggiata su di me.
 Non ci fu alcuna premonizione.
 Solo un lampo accecante.
 E fu Desiderio di seno, di pelle, di labbra: cerco di penetrarti con le parole
 e ti bevo con la mente.
 Sono trascorsi pochi istanti
 ma non posso più tornare indietro,
 è una tensione inarrestabile 
verso un orgasmo liberatorio;
 te ne sei accorta e ti sei riconosciuta, 
 mi agganci con i tuoi occhi verdi, quasi febbricitanti, e non mi lasci più.
 Forse pensavi che tutto questo non fosse possibile, pensavo anch'io la stessa cosa prima di conoscerti.
 Ascoltami, ora, in un attimo, sta morendo il vecchio ragazzo che sapeva molte cose.
 Al suo posto sta nascendo un uomo nuovo, ignorante di tutto, ma curioso d'ogni cosa. Parlami, signorina, avvelenami un po' alla volta: sta scomparendo tutto, gli oggetti e le persone intorno a noi. Saremo soli io e te fra poco, assolutamente soli.
 Quel che non sapevo è che la solitudine di noi mi avrebbe accompagnato per sempre. 
Io conoscevo solo me stesso innamorato di te : una sensazione esclusiva e totale.
 Il riflesso d'un uomo innamorato, pieno di sé, forte del suo sentimento nella mente e nel corpo, compiaciuto della propria inaspettata bellezza. Era una visione abbagliante.
La storia continua una storia che velatamente si cala sulle innumerevoli contraddizioni dell'animo femminile, che racconta estasi, sensualità ed incantesimo, con la capacità di affrontare la sfida più ardua per chi ama:la fedeltà.

Aggrappati al cielo 3

Siamo qui insieme a guardare questi fogli e succedono cose strane. focalizziamo la stessa faccia della medaglia ed occhi diversi rimandano immagini con ombre e coni di luce come riflettori.
lei? lui? i luoghi eterni ? lidi in cui da millenni si respira amore e bellezza. 
La storia è banale, già detto, ma come un audace scalatore, in cima al monte, sfidando raffiche di vento si aggrappa al cielo, così diventa speciale per la sintassi del tuo sentire. 
 Dal racconto ne esce Lei come un ombra leggera, per la luce fioca, dovrebbe essere l'oggetto del desiderio ma svanisce annientata dalla più profonda e coinvolgente interrogazione di te, di noi sull'amore. 
Il rapporto si perde fra una folla di attoniti testimoni silenziosi mentre il mare, le antiche pietre e la felicità e semplicità dei bimbi gridano
Ne viene fuori un gigante, oramai maturo,onesto e scettico ma pronto generosamente a rimettere in gioco tutto se stesso, la scommessa di un "Giobbe alla rovescia" che non si accontenta della sua incapacità di credere. Aggrappati al cielo tre è :

Trapani: formalità per andare in scena e morire dignitosamente. 
Io conoscevo solo me stesso innamorato di te : una sensazione esclusiva e totale: il riflesso d'un uomo innamorato, pieno di sé, forte del suo sentimento nella mente e nel corpo, compiaciuto della propria inaspettata bellezza. Era una visione abbagliante. 
Quando diventò un'illusione ottica te ne accorgesti solo tu… e cominciai a farti pena, poi rabbia ed infine, per evitare il fastidio, te ne andasti lontano a studiare, a costruirti un avvenire. Per noi potevano bastare qualche lettera o qualche telefonata; altre erano le cose importanti, le prospettive da modellare.


 I sognatori sono morti…si dispensa dalle visite.

 Poi mi bastò guardarti in viso perché l'inquietudine diventasse paura. Ero appena sceso dal treno ed eri lì sul marciapiede ad aspettarmi con la famiglia al gran completo. Baciarti sulle guance, abbracciarti, fu come strapazzare le corde di un violino. I soliti convenevoli s'intromisero a non far precipitare la situazione, al resto pensarono i familiari. 
Per tre giorni, incredibilmente, custodimmo i nostri resti senza una preghiera, un lamento. Eppure la tua pelle era cerea, i tuoi meravigliosi occhi verdi opachi e sfuggenti. La recitai anch'io la parte del fidanzato che esce a passeggio, che fa salotto con parenti e amici, che ride celiando alle battute di rito . Riuscii anche ad ingurgitare di tutto, a pranzo e a cena, anche il fastidio di me stesso.Ma alla quarta colazione la catena di montaggio delle ipocrisie inutili si arrestò. La parte di me che in tutti gli anni precedenti era stata espulsa dall'aula, con un colpo di mano rientrò, trovò un attimo di pausa e con poche parole raggelò l'uditorio. La maggioranza, ovviamente, reagì con vigore appellandosi alla profondità dei sentimenti più veri, all'ovvietà e alla bellezza dell'amore che trionfa sempre su tutto e tutti, ma era già in crisi. Il tarlo del dubbio aveva iniziato il suo lavoro distruttivo. Maledizione, maledizione Giusy: al diavolo i pranzi e le cene, le chiacchiere e le visite, alla malora questi sorrisi da saldi fine stagione. Al diavolo tutto signorina. Che c'era nei tuoi occhi ? paura, disappunto, fastidio… il nulla?
Non c'era comprensione né solidarietà, ma al pranzo ci arrivammo lo stesso. E fu qualcosa di memorabile. Nonostante gli sforzi delle persone che c'erano accanto persisteva nell'aria la sensazione , incombente, che qualcosa stava per accadere. La mia fidanzata, inappuntabile, sembrava districarsi bene in questo gioco di bastoncini cinesi: ne aveva già levati dal tavolo un paio di veramente pericolosi. Il pubblico venuto ad assistere alla commedia " Un amore difficile" stava iniziando a tirare un po' il fiato: forse si andava verso un lieto fine e già circolavano i primi sorrisi di compiacimento. Fu una frase, una piccola serie di parole, una caratteristica del tuo modo d'essere tagliente nel parlare. Arrivò dura, inaspettata, dolorosa come un tradimento…ma non riesco a ricordarla nemmeno ora. Calò come una mannaia e già non c'era più nulla da fare, la reazione a catena si era avviata. Finalmente dopo giorni e giorni eravamo soli, nuovamente soli come qualche anno prima e tutto il mondo si stava tirando in disparte, sullo sfondo. 
Ti guardai in silenzio, mentre furtivamente ti mordevi il labbro. Io ero un automa e quel che vivevo era un incubo pari per intensità solo al silenzio che regnava in salotto. Continuavo a far scorrere nella testa gli ultimi anni, ma stavolta i conti non tornavano: i sogni, le emozioni… ogni cosa con un sapore diverso. Il paese antico, poggiato in cima al monte fu l'unico testimone dell'assassinio: guardava da millenni quel panorama, quella terra di viti e gerani, di sale e di azzurro, di mulini a vento e di sole. Speravo che potesse convincerti, che fosse capace di dirti ciò che io non sapevo. Speravo….Faticai persino per convincerti ad entrare in salotto. Volevo parlarti, chiarirmi con te. In realtà non sapevo nemmeno da dove iniziare e tu non mi aiutasti. Eri lì, terrea in viso, rigida come una statua di cera che, sciogliendosi, muta forma e dimensioni sino a diventare una macchia senza senso sul terreno. Te lo chiesi, infine, se ancora mi amavi e non volevo sentire la risposta. - Non lo so, Non lo so più… 
Il mare aveva inghiottito l'arenile e i due ragazzi che vi passeggiavanoano sopra.

9 settembre 2015

siciliano

Non credo all’ideale europeo e quello unitario mi sembra ormai fatiscente purtroppo; non credo che una forte sensibilità culturale possa colmare il vuoto immenso di un popolo e di una storia che ci ha consegnato ad altre realtà.

6 settembre 2015

Scrivere senza indirizzi

Anche questa è una casa male abitata, apparteneva ad un sogno, realizzato solo in parte perchè si è smesso di crederci.. Oggi dei fatti strani mi hanno portato qui e ho trovato una bozza,( fra i commenti che non si potevano più inviare) di un altro tempo, la pubblico, non mi sento di cancellare quello che allora ha avuto un senso e per averlo fatto di molte altre sillabe sto conoscendo il sentimento del pentimento.
.

Omologazione l’ho amata anche io, in maniera feroce ed incondizionata, al punto da far mia la rabbia di vederla sparire e riapparire, di vederne abbassato il livello nel frastagliamento o sporcarne una logica di vita idee e linearità di pensiero inserendo post a dedica, che per quanto rivolti a blogger meritevoli, inficiavano la bellezza di un idea, di una sicilianità di una storia o di luoghi solo tuoi e dei tuoi ricordi.
Il mio senso di giustizia, e il mio grande rispetto, non à stato compreso o peggio traghettato verso sentimenti di invidia e gelosia che non conosco.
Sono in procinto di uscire, ma volevo dirti che sono felice di un ritorno di omologazione che mi farà compagnia al rientro, la sera,momento che si riserva alle scelte di lettura ed ai classici.
L'ostacolo maggiore è il galateo da rete e le dinamiche con cui si è costretti a gestire la vita virtuale all'interno dei blog: un ostacolo insormontabile per un uomo col mio carattere.

26 giugno 2015




Sicilia



Foto Strega 24.06.2015

La stessa qualità e quantità di contrasti e opposti che sono gran parte del fascino dell’isola e anche la sua “insopportabilità”; lo stesso misterioso incantamento che fin da bambina mi riempiva gli occhi di stupore quando vedevo apparire il distretto militare dalla villa che era sul crinale e dava nella campagna severa dell’interno o il panorama immenso e aperto sul mare d'Africa. Anche adesso mentre ne scrivo capisco di non poter essere obiettivo: il mito, l’apparizione e non l’essenza sono contesti che non possono produrre altro che ambiguità.

La Sicilia è un continente sia in senso stretto che in quello lato, potrei dire che possiede in massimo grado una bellezza paradossale, eccessiva e discontinua: quella propria di ogni frontiera, scomoda e sfuggente al dettato razionale dell’Europa che volendosene liberare cade ogni volta in un turbine di sensi ipnotico appena si lascia da essa sedurrre.

Della Sicilia non ci si libera facilmente, anche se si tratta di un fascino pericoloso e incoerente: vorrei chiedervi però se avete mai amato facilmente l’assoluto, se vi siete mai confrontati con la serietà millenaria di uno sguardo di pietra o di una curva marina che si perde all’orizzonte. 

17 aprile 2015

vedere la luce

La luce di cui parlarono i profeti galleggia nel cielo solo per chi sa e vuole vederla, per tantissimi altri è una fiction ben orchestrata.Ho trascorso alcuni Natale al buio ma ho letto a lungo che la Luce esiste essa è, siamo noi a colorarla e a chiamarla coi nomi più svariati: per chi ha fede essa è il soprannaturale che incrocia il cammino dell’uomo, per chi guarda solo alla realtà concreta è un obiettivo di riflessione ed umana solidarietà.(E.R.)
Sono parole ben scritte e che sembrano prevedere una visione interiore... la realtà non ha Natali o Pasque non ha ferie o lavoro non ha feste omologate dagli uomini o dai ministri, la realtà spesso spegne la luce e la solidarietà, umana non esiste se non mirata e non fine a se stessa.
Il sole splende, e ciò basta per accontentarci della luce che abbiamo in noi stessi.

9 aprile 2015

A Rasi al Suolo

Scrivo e riscrivo, e poi penso sia inutile, ci sono alcune cose che non appartengono al fuoco momentaneo, e che nonostante le parole io sono sarei mai stata capace di fare o immaginare.
Mi scrivi  "SBRIGATI PER LE MUSICHE, HAI POCO TEMPO. OGNI COMMENTO OGNI MESSAGGIO OGNI VIRGOLA IN PIù è UNA RIGA DI MENO!
L'infame"
Ma i commenti li hai eliminati, whatsapp ed il mio numero sono rifiutati come le mail, hai cambiato le pass dei miei due blog Forma e Incantesimi , in studio mi dici che se proverò a chiamare, mescolo il reale con il virtuale ed hai avvisato l'avvocato...che mi denuncerai per molestie (tre telefonate in 4 anni!) io allora ti rispondo qui: e riporto il commento che avevo scritto nel mio blog Forma, in risposta al tuo:
Ognuno di noi ha una percezione del tempo diversa, e comunque mi spiace che i tuoi luoghi non sono più quelli di prima e di sempre a causa mia, non ho voluto mai che tu fossi obliato nel web, e anche nei momenti in cui le ferite bruciavano ancora, ho usato i tuoi scritti sempre con ammirazione e porgendoli dall'angolazione che potesse far risaltare il  bello  della scrittura, delle virgole, e dell'animo di chi aveva creato quella immagine di uomo..
Per quanto riguarda me, ancora non mi rendo conto di aver fatto tante gravi cose ( un commento in cui dicevo che Ekalix non era poi di un altro pianeta e sublime, ed un altro in cui mi permettevo di dire che non vedevo altri commenti ) da aver meritato parole che in etere e negli anni hai riservato solo a me.tutto quanto mi sembra incubo durato 2 mesi, scritte le scuse che poi hai cancellato, fino a quando le mie reazioni sono apparse in pubblico. ho pensato seriamente di aver avuto delle visioni e che ciò di cui mi hai accusato pubblicamente e che continui a ricordare e quello che hai cancellato sia solo un brutto sogno.
Questi due luoghi, oramai non hanno più motivo di esistere.l'incantesimo è svanito, portandosi con se commenti nostri e sopratutto tuoi di una bellezza indescrivibile.
Omericouomo 

7 aprile 2015

Forma ed Incantesimi

 Vi sono momenti in cui ricevi delle frustate, il braccio di chi infierisce sembra comandato da menti lontane e sconosciute, virtuali, ma le piaghe sono reali, e la ragione rifiuta, può solo capire che tempi e contatti passati hanno provocato visioni, creato incubi inesistenti e cattiverie in difesa di errori e amori lontani. Ho gridato per le piaghe, nella convinzione che una mente eccelsa ma tenera, indifesa, riconoscesse.... ma richiami, e un nahir costante, la sottrazione di regali, il modificare ed omettere le sillabe, non possono fare altro che rimpiangere chi scriveva così già 6 anni fa dimostrando adesso solo una forma di comportamento seriale.

LA' DOVE LA CITTA' E' UNA FALCE VERSO IL BLU.

enzorasiaENZO RASI - 
*Si torna. Ieri sera ero affacciato da questa balconata di Erice, un paesaggio che conosco da bambino e avevo due nomi sulle labbra: li ho sussurrati piano e sono scesi giù lungo i fianchi della montagna. Ci sono tante cose, tante voci sparse su questa fetta di isola. Mi appartengono come un’abitudine sempre nuova o un sogno realizzato a metà; sono il bisogno di allargare le braccia e domandarsi chi sono…e come sono. Fino al mattino ero là su quell’isola indicata dalla freccia ma adesso, adesso si torna .* *Si torna perché si “deve” tornare e il ritorno è sempre più doloroso e....

SENZA PAURA

enzorasiaENZO RASI - 5 anni fa

Amica mia, non dovrei, non vorrei…ma mi sento tristissimo. Hai le tue scelte da compiere, le tue lacrime da asciugare e soprattutto i tuoi silenzi da non condividere. Io farei lo stesso! Esiste una linea che appare improvvisamente e divide in due i nostri giorni, in un prima e in un dopo: tu l’hai attraversata, non potevi fare altro. Però non mi bastano le giuste e corrette considerazioni, non oggi, non ora che sento girare il vento in modo misterioso…oggi mi sento fragile. E’ stato un gesto semplice e breve, CLICK, impostazioni…elimina questo blog …In questo modo il tuo blog verrà cancellato.

E la storia si è ripetuta.....

2 aprile 2015

A Gina, Forma ed Essenza

Questo è un luogo che è nato quasi 2 anni fà e faceva parte di un meraviglioso progetto.
In verità i progetti erano più di uno e fra alti e bassi erano la costante di una liason che reputavo bella anche per l'assoluta mancanza di noia, e il bisogno di ricercarsi...
Questa liason è ricca di luoghi esclusivi e di pagine maestrali... e magistrali, visto cosa si è fatto nel web della mia persona, ho deciso che questo spazio riporterà come l'altro www.rasiallavita.blogspot.com, ( che ancora debbo finire di programmare e dove campeggerà la corrispondenza "tutta")  brani spigolotaure post scritti a quattro mani carteggio e commenti che rivelano la bellezza e la pateticità del web, che dimostra come un debole si immerga in identità non proprie permettendogli di evadere da realtà penose ed insoddisfacenti.
purtroppo non nuovo a ciò fin dal 2008.

A Gina  Agosto 2014
Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura.
Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte.
Non c'è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso.
Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse.
Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede.

Dopo questo,  il luogo in cui alberga il post è stato svilito, pochi scritti successivi  e laconici commenti..... C'è ancora la musica ma non la ha composta lui!