10 settembre 2015

Aggrappati al cielo 2

Con il passare del tempo ci accorgiamo che le persone e le cose importanti della nostra vita sono quelle a cui siamo rimasti fedeli, non nel senso classico del termine ma fedeli nel non tradire la loro immagine, anche se ci hanno giocato.
Alle idi di marzo hai consegnato una storia di amore destinata a cambiare il senso di una esistenza. Storia comune a molti giovani, ma l'analisi ed il suo sentire fanno di questa strana fedeltà una sfida alle convenzioni per diventare, nell'esasperata ricerca di conferme, una scelta di vita trasgressiva, rischiosa, anticonformista, ma di grande eleganza interiore.
Una vita carica di tensione e di speranza, idealista,e ripercorrendo l'inizio della  tua avventura umana sul filo della memoria, riesci a donare un nuovo significato all'amicizia, all'amore, alla passione politica.

Non avevo la certezza di volere
 la verità a qualunque costo,
 una di quelle belle verità che
 ti accolgono in un'inevitabile abbraccio.
 Ma era accaduto.
Potevo giustificarmi con l'enormità del fatto:
l'amavo, anzi l'avevo amata moltissimo. Inutile negare, sciocco girarci attorno.
 Era questa la verità pura e semplice.
Ora mi restava soltanto lo sterile esercizio di crogiolarmi nella rassegna dei fatti:
 cosa eravamo noi?
 Chi eravamo stati?
 Dieci anni prima eravamo due bambini
 che talvolta s'incontravano:
 troppo piccoli e lontani,
 uno a Milano l'altra a Trapani:
 due ragazzini ai capilinea dell'Italia e della vita.
 Che potevamo mai raccontarci di tanto impegnativo da riannodare ogni volta i fili? Nulla, credo, quasi nulla.
 Ma le risate risuonavano, quelle di lei soprattutto, tante e naturali;
 argentine come piccole cascate destinate ad estinguersi ai primi calori.
 Solo risate e piccoli segreti,
 da pronunciare sottovoce,
 con la mano davanti alla bocca.
 Confidenze ormai dimenticate per sempre.
 Questo eravamo... durante una lunghissima
 e immobile estate, adesso lo rivedevo quel gesto:
 staccato da tutto, particolare.
 Lei non poteva essere così spesso
 stanca da posare la testa sulla mia spalla. Gli adolescenti possiedono la forza di scordarsi di se stessi a volte,
 è un meccanismo d'autodifesa
 per sopravvivere all'eccessivo
 profumo della vita
 e percorrere ogni sentiero
 senza sceglierne nessuno.
 Unici testimoni del momento
 furono quindi la spiaggia dorata
 sotto l'acropoli di Selinunte
 e i nostri quindici anni.
Eravamo ad un passo dal Paradiso e ci scherzavamo sopra.
 Durante quell'estate accadde spesso, gli amici e i parenti non videro,
 non capirono…non capimmo nemmeno noi.
 Il sole di quella stagione del '66 fu così implacabile da bruciare in fretta ogni idea, ogni proposito.
 Ci alzammo presto dall'arenile e ce n'andammo, ognuno per la propria strada: volammo via come pagliuzze mosse dal vento di scirocco.
"Qui inizia la malia irresistibile dei luoghi in cui si cresce, magici per noi isolani."

Ma adesso vedevo tutto con chiarezza:
 le stagioni che trascorrevano uguali,
 le estati seguenti che
 si erano consumate distrattamente. Un'occasione sospesa: quattro anni prima
 ero abbastanza giovane da avere dentro il grande vuoto da riempire in fretta di sogni verosimili; il vuoto adesso mi stava inghiottendo nuovamente!
 Dimenticare, dimenticare, l'unica parola d'ordine valida; impossibile eseguire l'ordine capitano riesco solo a ricordare...
La tarda estate del '73 a Palermo mi riservava una sorpresa dietro l'altra.
 La più grande riguardava la luce,
 un fenomeno banale che, invece, da queste parti aveva una personalità
 decisa che mutava il carattere
 e il significato delle cose.
 Questo era fondamentalmente il motivo per il quale uscivo quasi ogni sera prima del tramonto.
 Volevo godermi il trascolorare della luce
 sulle case, le vie, le piazze.
 Volevo imprimere nella mente il colore del cielo dietro gli alberi di Viale Libertà un minuto prima dell'ultimo guizzo di sole, salutato e accompagnato dal cinguettio impazzito di migliaia d'uccelli che si preparavano alla loro precoce notte.

Quando arrivò il primo Natale siciliano
 con i suoi diciotto gradi a mezzogiorno
 e il sole caldo sul mare azzurro di Mondello,
 pensai ad uno scherzo bizzarro del calendario e cominciai a capire che c'erano ancora
 moltissime cose da regolare
 sul nuovo fuso orario della mia vita.
 Pensai solo a questo e non potevo
 immaginare il cataclisma in agguato
 in una luminosa mattina d'Aprile
 in una strada di un piccolo paese bianco
 alle porte di Trapani.
 Io non sapevo, mi sono interrogato 
mille volte, la risposta è sempre la stessa: io non sapevo,
 non avevo considerato i segni
 che pian piano negli anni s'erano coagulati. Avrei dovuto invece,
 potevo vedermi che ero maturo,
 pronto a cadere nell'unica direzione preparata per me dalla vita.
 Selinunte, la spiaggia, i piccoli segreti, le confidenze, la sua testa poggiata su di me.
 Non ci fu alcuna premonizione.
 Solo un lampo accecante.
 E fu Desiderio di seno, di pelle, di labbra: cerco di penetrarti con le parole
 e ti bevo con la mente.
 Sono trascorsi pochi istanti
 ma non posso più tornare indietro,
 è una tensione inarrestabile 
verso un orgasmo liberatorio;
 te ne sei accorta e ti sei riconosciuta, 
 mi agganci con i tuoi occhi verdi, quasi febbricitanti, e non mi lasci più.
 Forse pensavi che tutto questo non fosse possibile, pensavo anch'io la stessa cosa prima di conoscerti.
 Ascoltami, ora, in un attimo, sta morendo il vecchio ragazzo che sapeva molte cose.
 Al suo posto sta nascendo un uomo nuovo, ignorante di tutto, ma curioso d'ogni cosa. Parlami, signorina, avvelenami un po' alla volta: sta scomparendo tutto, gli oggetti e le persone intorno a noi. Saremo soli io e te fra poco, assolutamente soli.
 Quel che non sapevo è che la solitudine di noi mi avrebbe accompagnato per sempre. 
Io conoscevo solo me stesso innamorato di te : una sensazione esclusiva e totale.
 Il riflesso d'un uomo innamorato, pieno di sé, forte del suo sentimento nella mente e nel corpo, compiaciuto della propria inaspettata bellezza. Era una visione abbagliante.
La storia continua una storia che velatamente si cala sulle innumerevoli contraddizioni dell'animo femminile, che racconta estasi, sensualità ed incantesimo, con la capacità di affrontare la sfida più ardua per chi ama:la fedeltà.

4 commenti:

  1. Avevo lasciato un commento, ma si è volatilizzato.
    Dicevo che questo tuo post trasmette quel tuo universo di emozioni e sentimenti caldo e appassionato caricandolo delle tinte e del calore di Sicilia.

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  2. Leggere e rileggere è sempre piacevole ed intrigante.Ci sono emozioni di un momento,che svaniscono,come neve al soffio del vento,altre rimangono ,diventano universali.
    Questo tuo scrivere,a quattro mani,come dici in qualche post precedente,trasforma le parole,mediate da diverso sentire, in armonie. A presto.

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  3. Ci sono emozioni fugaci, altre che per un mistero inspiegabile, nascono e ci accompagnano per sempre, anche nell'impermanenza di ogni cosa.dici bene, cara Chicchina.
    Grazie di essere qui.

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