10 marzo 2015

Fingo che tu ci sia Penelope

Mi sei arrivata addosso come una lunga ondata prevista.
 Mi manchi, mi mancavi e so bene che non mi stai leggendo.
 Fingo che tu lo stia facendo 
Ti chiamo, ti cerco, immagino la tua solitudine segreta,
 quella che concedevi solo a me in quell'altra vita, in quell'altro tempo. 
MA NOI ERAVAMO DIVERSI PENELOPE già quasi come adesso, quasi. 
Ora perfettamente formati dentro le nostre singole ricerche.
 "E' già primavera ?" mi chiedesti un giorno. Sì ma non per molto "
 E' vero. sono giunta come un'onda. sapevo che da qualche parte ci saremmo trovati come d'altra parte avevi "previsto". L'onda ha incontrato i tuoi piedi e per ritirarsi s'è fatta schiuma.
 La solitudine che tu conosci non mi fa più male.
 Ho capito che è inutile urlare ai sordi, vano cercare emozioni in occhi che non s'inumidiscono mai.
 Sto in un cantuccio illuminato da una luce tutta mia. quella luce tu l'hai vista. è ancora qui"
 Penelope, l'inutilità che di mattina spaventa e immiserisce a sera ti cambia la prospettiva.
 E' in un tempo lunghissimo di cui solo pochi riescono a intravedere la schiena
 che l'altra faccia della vita dipana.
 Io ho bisogno di luce e cantucci in attesa di spazi infiniti che ben conosco. 

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